Piede piatto e piede cavo: le anomalie della volta plantare

Piedi piatti

Il piede piatto e il piede cavo sono due anomalie della volta plantare che causano un alterato appoggio del piede al suolo. Impariamo a conoscere com’è fatta la pianta del nostro piede e a quali fenomeni dobbiamo stare attenti per capire se siamo in presenza di anomalie.

Il piede piatto e il piede cavo sono due condizioni particolari in cui la volta plantare del piede è troppo bassa o troppo alta rispetto alla norma.

patologie pianta del piede

La volta plantare del piede

La pianta del piede, in condizioni normali, non è completamente a contatto con il suolo grazie al lavoro svolto dalla cosiddetta volta plantare, la superficie concava che risiede sotto al nostro piede.

La volta plantare sorregge la pianta del piede attraverso tre archi, una complessa struttura osteoarticolare, muscolare e legamentosa che permette al nostro corpo di scaricare il peso a terra in modo corretto.

Convenzionalmente, l’appoggio del piede avviene con la parte anteriore (avampiede) e la parte posteriore (retropiede) mentre con la parte mediana (mesopiede) tocchiamo il suolo solo con 1/3 della pianta.

Il piede cavo

Il piede cavo si caratterizza per un’altezza eccessiva della volta plantare e si presenta quindi con una conformazione troppo concava.

Nella forma congenita è molto raro mentre nella forma acquisita può essere secondario a lesioni osteoarticolari post traumatiche, patologie neurologiche, degenerative o infiammatorie e solo nel 10% dei casi ha origine idiopatica.

Le persone più a rischio sono gli sportivi ma non sono esenti coloro che indossano calzature troppo rigide per motivi di lavoro come le scarpe antinfortunistiche o chi indossa calzature con tacchi alti e punta stretta che costringono la muscolatura ad assumere posizioni innaturali.1

I soggetti che presentano un cavismo plantare caricano maggiormente il peso sull’avampiede a causa della ridotta superficie di appoggio del mesopiede e perché durante il passo l’avampiede arriva a contatto con il suolo prima e rimane in appoggio per più tempo rispetto alla norma.

Per cui, il piede cavo risulta essere molto efficace nella fase di spinta a scapito della fase di ammortizzazione. Questo si traduce anche con un consumo maggiore della suola nella parte esterna della scarpa.

Quando l’arcata plantare non è eccessivamente alta e l’entità del problema è modesta, il piede cavo può essere asintomatico ma nei casi più gravi può associarsi a piede varo e provocare altre deformità dell’avampiede, come le dita a martello.2

Il piede piatto

Nel piede piatto la pianta è quasi completamente a contatto con il terreno in conseguenza dell’abbassamento della volta plantare.

Le cause del piede piatto possono essere congenite ( es. per brevità del tendine di Achille) o acquisite come la mancata interazione dei muscoli, dei legamenti e delle ossa, una frattura mal consolidata o l’obesità. Può insorgere inoltre a causa di abitudini posturali errate e per il prolungato utilizzo di calzature inadeguate.

I soggetti che presentano un piattismo plantare poggiano su quasi tutta la pianta del piede che risulta efficace in fase di ammortizzazione a scapito della fase di spinta. Questo atteggiamento è riconoscibile dal consumo maggiore della parte interna della suola delle scarpe.

Questa anomalia spesso si associa al piede valgo e nei casi più gravi può provocare difficoltà di movimento a causa di un dolore che può estendersi a caviglie e gambe fino alla parte bassa della schiena.3

Diagnosi di cavismo o piattismo

Per avere una una diagnosi di piede piatto o cavo è necessario sottoporsi ad una visita specialistica. I due principali strumenti a disposizione del medico per valutare lo stato di salute della pianta piede sono: la pedana biomeccanica e il podoscopio.

La pedana biomeccanica consente di effettuare diversi test compresa l’analisi della deambulazione. All’interno della pedana sono presenti dei particolari sensori in grado di percepire le variazioni di pressione durante la deambulazione e definire l’entità della difformità.

Il podoscopio è uno strumento realizzato con una doppia lastra di cristallo spessa 2 cm che riflette l’immagine della pianta del piede e la illumina con una luce polarizzata permettendo così di individuare velocemente i punti di maggior carico.4

Trattamento del piede piatto e del piede cavo

La correzione delle differenti conformazioni del piede varia in base all’età del paziente. Ricordiamo che il piede si forma durante la prima infanzia quando i bambini iniziano a camminare. In questo periodo, muscoli e tessuto connettivo cominciano il loro sviluppo e la volta plantare prende forma. Questo percorso termina in genere entro il terzo anno di età, in caso contrario è probabile che il bambino stia sviluppando un piede piatto.5

Nell’adulto, a seconda del caso clinico, il medico specialista può consigliare diversi metodi conservativi come l’utilizzo di plantari oppure degli esercizi finalizzati all’allungamento o al rafforzamento dei muscoli della gamba, con particolare attenzione al tendine di Achille. A seconda dell’entità del problema potrebbe essere necessario utilizzare scarpe ortopediche e seguire delle sessioni di fisioterapia.

Ai pazienti in sovrappeso o in stato di obesità verrà consigliata una dieta per diminuire il peso corporeo.

In caso di sintomi dolorosi il medico può suggerire un periodo di riposo da attività fisiche o sportive e, a seconda dell’entità del dolore, può consigliare l’utilizzo di farmaci antidolorifici.

Nei casi in cui la terapia conservativa sia inefficace e la sintomatologia sia sempre più intensa il medico può decidere di sottoporre il paziente ad un intervento chirurgico.

In genere i trattamenti per le anomalie della volta plantare prevedono osteotomia, fasciotomia plantare e allungamento del tendine d’Achille.6

  1. Gioitta Iachino S., Di Silvestri C.A., Cannavò S. “Classificazione, diagnosi e trattamento del piede cavo”, Fisiobrain.it, 14/05/2012
  2. Pesce, Marica. “Valutazione dell’influenza dell’utilizzo di plantari per differenti conformazioni del piede”, Università degli studi di Padova, 2010/2011, pag. 30
  3. Barzan Martina. “Valutazione delle distribuzione delle pressioni plantari in soggetti con differenti conformazioni del piede”, Università degli Studi di Padova, 2010/2011 pag. 86
  4. Pesce, Marica. “Valutazione dell’influenza dell’utilizzo di plantari per differenti conformazioni del piede”, Università degli studi di Padova, 2010/2011, pag. 36-54
  5. Ivi pag. 29
  6. Giannini, S., Mosca, M., Luciani, D., Mazzotti, A. “Deformità del piede”, GIOT 2014; 40 S1-S7

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