Capita che alcune deformità dell’avampiede si presentino in maniera silente, ovvero senza particolare dolore. In questi casi si tende a sottovalutare la situazione e ad ignorare eventuali segnali di evoluzione peggiorativa. Una visita è sempre utile per verificare oggettivamente lo stadio della patologia, indipendentemente dai sintomi.
Alcune diffuse deformità delle dita del piede, come l’alluce valgo, si possono manifestare anche senza particolare fastidio o dolore, se non in maniera sporadica e limitata.
Anche se la deformazione è evidente a livello visivo, si riesce comunque a calzare senza problemi le proprie scarpe preferite e non si hanno impedimenti nel regolare svolgimento della vita quotidiana.
La situazione sembra dunque abbastanza nella norma e, al limite, il problema è solo estetico. Ma è proprio così?
Poco dolore = piccolo problema?
In questi casi asintomatici l’atteggiamento più diffuso – e anche comprensibile – è quello di sottovalutare la situazione. Si tende a pensare che la patologia, seppur presente, si sia stabilizzata e che ci si possa convivere a lungo, magari con l’ausilio di rimedi ortesici e qualche farmaco antinfiammatorio all’occorrenza.
È bene sapere, però, che le patologie silenti possono andare incontro facilmente ad una rapida evoluzione peggiorativa, che potrebbe portare non solo al progredire nella deformità da un punto di vista estetico, ma anche ad un aggravamento della sintomatologia dolorosa.
Ecco che una visita specialistica è sempre consigliata, anche se siamo in presenza di un piede asintomatico in quanto l’’avampiede, è una parte anatomica assai delicata e soggetta a quotidiane sollecitazioni che possono facilmente alterare un equilibrio già precario.
Il delicato equilibrio dell’avampiede
L’avampiede ha una struttura anatomica molto complessa in cui i rapporti reciproci tra ossa, muscoli, tendini e articolazioni danno vita a un meccanismo delicato e preciso, come quello di un orologio. A differenza di quest’ultimo, però, se una parte del meccanismo si blocca il piede non si ferma, ma continua a svolgere il suo dovere con difficoltà.
Deformità e gonfiori sono la conferma visibile che il sistema del nostro avampiede ha innescato un meccanismo innaturale per poter continuare a funzionare, ovvero ha sviluppato una patologia. Il problema è che queste alterazioni possono ripercuotersi in tutta la regione anatomica e influenzare negativamente l’intero equilibrio del piede.
Si può verificare dunque un effetto a catena che porterà al peggioramento della patologia in corso e potenzialmente anche a sviluppare patologie correlate.
Una tipica sequenza di eventi peggiorativi riguarda proprio l’aggravarsi dell’alluce valgo, che viene seguito da un sovraccarico e caduta dei metatarsi centrali e spesso anche da un progressivo atteggiamento a martello in particolare del secondo dito ma anche delle altre dita centrali. Il risultato è negativo su vari fronti: la deformità peggiora, sopraggiunge il dolore con conseguenti disturbi di calzabilità, ulcerazioni sul dorso delle dita e vari problemi disfunzionali del piede.
Piede asintomatico e visita specialistica
La cosa più importante da fare è dunque determinare con certezza, grazie all’aiuto di uno specialista del piede, se la patologia dell’avampiede è effettivamente stabile o se ci sono i presupposti di un’imminente escalation peggiorativa.
Tra i fattori che il medico valuterà con maggiore attenzione durante la visita ci saranno la conformazione del piede, le radiografie, la storia familiare e lo stile di vita del paziente. Tutte indicazioni utili per ricostruire un quadro clinico accurato della situazione e per prevedere gli esiti futuri.
Molto spesso è proprio la ricostruzione di precedenti in famiglia, in particolare di casi analoghi in parenti prossimi come genitori e zii, a dare un’informazione utile al medico per stabilire il profilo evolutivo della patologia.
Lo specialista valuterà così se consigliare di proseguire l’applicazione di rimedi conservativi o se proporre un intervento chirurgico.